BRADYSISMUS

Dai vulcani è nata la vita, è tutta una questione di tempo: il tempo, come lo spazio, è relativo.
La vita dell’essere umano è breve, eppure sembra infinita rispetto alla concessione stessa dell’esistenza.
Nei Campi Flegrei la storia sembra segnata, scritta lì dal mito e dai manufatti lasciati dall’uomo, creatore del dio e della speranza.
Mura, monumenti, reticolati: resistono, ma non sono nulla rispetto al volere del vero dio, cioè la natura, che dà vita al pensiero degli esseri umani.
Articola la parola e il cambiamento.
Filippo è l’unico superstite, resiste. Nessuna diaspora forzata: è tutto naturale, è il volere.
Lui resta lì, nel suo orto, fatto di vita e di attesa.
Ma come si fa ad attendere, se il tempo è labile, sottile?
È difficile la vita nei luoghi dove i vulcani minacciano l’esistenza stessa.
L’uomo nomade cammina, cammina, fino a fermare il tempo con le proprie idee.
Inventa il mito, per raccontare la storia e quei momenti.
Tutto si muta con la forza e il pensiero della termodinamica. Le tracce sono decifrabili nella bellezza e nell’insicurezza costante dell’oblio e del tempo stesso.
Come si misurano i passi?
Con le strade di basalto, pietre laviche e costruzioni: torri di parole.
Le case si affacciano sui laghi e sui mari.
Cancelli sono semiaperti. Il vuoto è il paesaggio, ma non il mare, ricco di vita.
L’uomo nomade, campestre, si agita nel futuro dei propri passi e tende a ridisegnare un volere già plasmato dalla natura stessa.
Filippo è l’unico superstite. Un giorno ci sarà futuro, come nel passato della natura ci sono certezze, e nelle idee la clemenza del piacere.
Ci sono fari e isole sulla baia, e gli odori incessanti dei fiori e delle piante: sarà la natura a determinare, con certezza, la bellezza.
Sentieri nelle terre vulcaniche mettono in pericolo la vita dell’uomo, ma da essa stessa l’uomo trae piacere: dalle acque vulcaniche i sollazzi, i respiri di generazioni e rigenerazioni
C’è una città anche sotto al mare.
Come si può spiegare ai bambini? Come favole: la natura determina la fantasia e il movimento.
Filippo attende il tempo, il futuro e il passato del lungo piacere della vita e delle attese.
Giuseppe Ruffo

#01 - Il Monte Nuovo 

#02 - La Solfatara

#03 - La Solfatara, fumarole

#04 - La Solfatara, dettagli

#05 - La Solfatara, fumarole 2

#06 - Arco Felice

#08 - Opera reticolata 2

#09 - Arco Felice e luce

#10 - Tempio di Serapide 1 - Pozzuoli

#11 - Tempio di Serapide 2 - Pozzuoli

#12 - Parco Archeologico di Cuma

#13 - Parco Archeologico di Cuma 

#14 - Parco Archeologico di Cuma

#15 - Antro della Sibilla 1

#16 - Parco Archeologico di Cuma

#17 - Parco Archeologico di Cuma

#18 - Antro della Sibilla 2

#19 - Antro della Sibilla 3

#20 - Antro della Sibilla 4

#21 - Parco Archeologico di Cuma

#22 - Parco Archeologico di Cuma

#23 

#24 - Parco Archeologico di Cuma

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#30 - Casina Vanvitelliana 1 - Lago del Fusaro

#31 - Casina Vanvitelliana 2- Lago del Fusaro

#32 - Lago del Fusaro

#33  - Lago del Fusaro

#34 - Casina Vanvitelliana 3 - Lago del Fusaro

#35 - spiaggia di Miseno

#36 - L'orto di Filippo nella terra di mito

#37 - Filippo nella terra di mito

#38 - Miseno

#39 

#40 - Faro Capo Miseno

#41 - Ischia da Capo Miseno

#42 - Faro Capo Miseno

#43 - Capo Miseno

#44 - Faro Capo Miseno

#45 - Terme di Baia 

#46

#47 - Porto di Baia

#48 - Parco di Baia sommersa dal bradisismo 

#49

#50 - Isole di Procida e Ischia 1 da Capo Miseno

#51 - Spiaggia di miseno da Capo Miseno

#52

#53 - Isole di Procida e Ischia 2

#54  Isole di Procida e Ischia 3

#55

#56 - Faro di Capo Miseno

#57 - Sacello degli Augustali

#58 - Spiaggia di Capo Miseno

#59 - Spiaggia di Capo Miseno

#60 - Spiaggia di Capo Miseno

#61

#62- Spiaggia di Capo Miseno

#63 - Catello di Baia e campo sportivo

#64 - Baia

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